martedì 25 ottobre 2022

 “Vivi per gli altri. E’ il mio motto”.

Rospo

#consiglidilettura Dev’esser stato un polline trasportato dal vento impetuoso, o una pioggia battente o l’allagarsi e il penetrare della più bianca delle nebbie nelle case riscaldate dal fuoco di un camino a far sì che in quegli anni ed a poca distanza nascessero sull’isola oltre la Manica, scrittori e scrittrici di così grande prodigio e talento (Robert Louis Stevenson 1850, Kenneth Grahame 1859, James Matthew Barrie 1860 Helen Beatrix Potter 1866…) e che le loro storie, a volte ideate come edificanti racconti della buonanotte, divenissero col tempo dei classici, ed i loro personaggi dei simpatici,  imprevedibili e scorbutici compagni di viaggio.

Una metà delle parole di questo libro, Il vento tra i salici (The Wind in the Willows,1908) Kenneth Grahame, illustrato da Thibault Prugne e tradotto da Stefania Di Mella* per Rizzoli nella collana diretta da Benjamin Lacombe, sono ricadute sul dorso della mia mano , l’altra, nella calma agitazione delle dita, le ho fatte correre più veloci del solito e lasciato che si posassero come dei sussurri sulla superficie di un laghetto nella stanza dei miei piccoli di casa per poi dissolversi. 


E le sensazioni di questa lettura, ieri come oggi, sono come fiumi pieni di barche, come il verde vellutato di centinaia di ninfee e l’ondeggiare dei vecchi salici, e sono accenti spontanei e fragili come ragni d'acqua, come il nuoto delle anatre selvatiche o le uova di rana, o i sogni dei bambini che non affondano mai.


I personaggi principali del libro, e sono anche i loro nomi propri, sono una Talpa, un Topo d’acqua (ovvero un’arvicola), un Tasso ed un Rospo e la loro eccentricità, che si fa strada nel placido mondo della campagna inglese dove tutti sembrano sognare più che vivere , è anche la nostra , ed i loro desideri, le loro fughe, la loro curiosità è ciò che ci fa fare innumerevoli passi  e poi centinaia di domande.


“Non esiste una sola pagina in tutto il libro- afferma lo scrittore Mark Haddon - che non contenga qualche difetto di logica. Come è noto, gli animali sembrano ingigantirsi e rimpicciolirsi di capitolo in capitolo. Il Rospo è abbastanza piccolo da poter stare comodamente nel covo di Topo, ma sufficientemente grosso per prendere in prestito i vestiti di una lavandaia.” 

Talvolta dunque essi saranno degli animali altre volte saranno esseri umani travestiti  da animali. Ma tutte queste incongruenze, questi capitomboli di logica, non hanno nessun peso nella narrazione. Essi sono avvolti e macinati pagina dopo pagina nelle avventure dei personaggi, nel loro abbracciarsi e  sorridersi, nel loro discutere ed incedere. Questo è un libro fondamentale che ci parla dell’amicizia e della lealtà, che ci mette davanti tutte le nostre manchevolezze e quelle dei nostri amici. Un libro che ci invita a credere in noi stessi e nei nostri amici. A saperli scegliere, a riconoscerli immediatamente. 

Benché non sia lui ad aprire la scena, l’assoluto protagonista delle storie, è Rospo, questo socievole, ridanciano, spericolato briccone, perennemente incapace ma che sa attrarre e coinvolge tutti nel suo turbinare. 

Egli vuole sempre qualcosa, andare oltre, e i suoi amici benché lo rimproverino lo accettano, lo accolgono e lo proteggono : “Quando… Rospo concluse il suo racconto, ci fu silenzio per un istante poi dopo disse: “rospo, senti, non voglio tormentarti dopo tutto quello che hai passato, ma, sul serio, non vedi come ti sei ridotto non vedi che somaro matricolato sei stato? (…) sei stato messo in manette, in prigione, a pane acqua, in seguito, spaventato a morte, insultato, sbeffeggiato e ignominiosamente scaraventato in acqua, e da una donna, poi! Che cosa c’è di divertente in tutto questo! Che cosa ti elettrizza? E tutto perché dovevi rubare un’autovettura”.


Ma nella sua gioviale mancanza di buon senso Rospo accetta tutte le critiche, ama i suoi amici e maggiormente ama divertirsi con loro accanto . Cos’è che ci affascina davvero in queste storie? 

La gioia di vivere. L’esplodere di quei momenti pieni di grazia che tutti noi abbiamo conosciuto e che ancora conosceremo. La resa di questo libro migliora di anno in anno. Più si cresce più se ne comprende la profondità, l’intelligenza , la  tumultuosa ragionevolezza. E’ fatto di un’infinità di cose fragili ed essenziali. E’ fatto di noi, della nostra umanità, di cose di cui parleremo ed avremo cura.


“A volte, nelle lunghe serate estive, gli amici facevano tutti insieme una passeggiata nel Bosco Selvaggio, diventato ormai per loro un luogo docile e mansueto; e che piacere provavano nel vedersi salutare rispettosamente dai suoi abitanti, con le mamme donnole che trascinavano i loro cuccioli sulle bocche delle tane e li indicavano, dicendo: <<guarda, piccolo! Sta arrivando il valente signor Rospo! E quello accanto a lui è il prode Topo d’acqua, un lottatore eccezionale! E più in là c’è il signor Talpa, di cui hai sentito parlare tante volte da tuo padre!>>. Ma quando i piccoli facevano i capricci e non ne volevano sapere di obbedire, le mamme li riportavano all’ordine dicendo che se non si fossero calmati, il terribile Tasso grigio sarebbe andato a prenderli. Era una volgare calunnia, perché, sebbene non sopportasse la società, Tasso amava molto i bambini; ciononostante non c’era volta che la minaccia mancasse di fare il suo effetto”.


Edoardo M. Rizzoli


“Growing up, I loved The Wind in the Willows. And then I rediscovered it as an adult, reading it to my own children. And discovered that it was just as deep and smart and peculiar a book as it had been when I was a child. If anything it had got better and deeper. As a kid, I think I identified with Mole, coming out into a new world, getting tangled up with Toad, getting tangled up with Rat, going on all these strange adventures. And then I think, probably in my twenties, I identified with Toad. Because I was bumptious and certain the world would take care of me, and willing to go out there and have mad adventures and have my friends pick up the pieces.”

Neil Gaiman


* La traduzione con cui sono cresciuto è quella ormai decennale di Beppe Fenoglio, la quale rimane nella mia memoria e nei miei studi poiché essa è come un forziere o un mappa di vecchie cose. Si trovano parole strane e desuete eppure affascinanti  e calde della nostra Lingua. 

Questa nuova traduzione per me è splendida perché rende la narrazione più armoniosa, più “facile”. Fa gustare appieno le storie e le fa rileggere. #albiillustrati #rizzoli #ilventotraisalici #KennethGrahame #thibaultprugne #racconti #benjaminlacombe #capolavoro


venerdì 21 ottobre 2022

 È del fantastico e del meraviglioso che abbiamo bisogno. Tutto ciò che si muove su un filo d’erba 

e che va a nascondersi sotto un fungo e che si accende come una scintilla nei racconti e nei romanzi che incendiano la nostra immaginazione. 

EMR 

#consiglidilettura


Benjamin Lacombe 

Encyclopedie du Merveilleux 

Toute l’atmosphère du lieu est assez magique 

Librairie le Renard doré

41 rue de Jussieu

75005 Paris


 #benjaminlacombe #sebastienperez #cecileroumiguiere #bluebirdy #lesfees #sorcieres #fees #witches #fairies #encyclopediedumerveilleux


giovedì 20 ottobre 2022

 Appena fuori dal groviglio caldo e silenzioso della notte, quando le persone ancora dormono profondamente e l’aria sembra meno densa e basta uno sguardo o un gesto per comunicare, padre e figlio, illuminati da una piccola torcia si mettono in cammino, uno davanti all’altro. Nel bosco, nell’incedere dei passi, piccoli rumori si propagano, le foglie sembrano avere un loro alfabeto segreto così come il vento e l’erba  che fruscia umida e la rugiada che cade in piccolissime vertigini come un sipario nell’attesa dell’alba.


Alba di Daniel Fehr , illustrato da Elena Rotondo, edito da Orecchio acerbo ,  è la descrizione di questo momento, lo svelamento di un mistero, che è lì che attenda di essere visto ogni giorno.


“Non mi sono accorto di quando la luce ha iniziato a cambiare. Il nero è diventato grigio.


Il grigio diventa rosso e blu.


E giallo.


Ora è luminoso.


Ora è verde.


Ora è caldo”.


Edoardo M. Rizzoli


 “Girai dietro il piazzale, sostando sotto il tenero verde del corniolo, e alzai gli occhi sulla casa, poi il mio sguardo spaziò lungo il pendio verso la linea di mattoni rosa delle baracche dei negri, quindi a ponente dov’era il giardino, una giungla di rovi e di bosso non potato, e sul grosso castagno sovrastante il muricciolo del cimitero. Pensai quante processioni di quanti lenti passi avessero seguito il sentiero che fiancheggiava il giardino, fino al di là del muricciolo.  Pensai quant’altre ancora lo avrebbero seguito di cui avrei fatto parte anch’io, quindi una processione avrebbe accompagnato me, e un giorno alcuni di quelli che la formavano sarebbero scomparsi dalla file per venire scortati anch’essi alla tomba; dopodiché le processioni avrebbero continuato a passare fino alla fine del tempo. La casa, il grande acero da zucchero, la veranda sul retro, lo sguardo affettuoso di mio padre, ecco tutto quello ch’ero io; sotto il castagno, ecco tutto quello che sarei stato”.


Allen Tate

I Nostri padri

la Feltrinelli I edizione 1964

Trad. Marcella Bonsanti 


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 #consiglidilettura “La notte del Nord è impenetrabile. Per poco che il vento soffi con forza, per poco che il diavolo ci mette lo zampino, i cani urlano verso mezzanotte, le banderuole vorticano impazzite, le antenne cadono dai tetti, le croci delle vie crucis si rompono e le persone scappano verso case che improvvisamente non sono più le loro per chiudersi , più morti che vivi, in quelle stanze dove gli specchi non riflettono che gli altri”.


Converrà a tutti prima di leggere questa raccolta di racconti iniziare dalla fine e gettare uno sguardo attento sulle cose impalpabili e sospese di questo scrittore del bizzarro e di conoscerlo un poco attraverso le parole di Jean-Baptiste Baronian, saggista e scrittore armeno di lingua francese. 

Gérard Prévot “era ispirato, vedeva il mondo con i suoi fantasmi, i suoi spettri, i suoi demoni, era calato in una dimensione metafisica, anche se non era per forza una visione. Era assolutamente convinto che la realtà fosse solo un velo. […] Era un poeta nel senso più classico del termine. […] (con) l’eleganza, il classicismo, la proprietà di linguaggio e soprattutto quella sua visione post-romantica, un po’ alla maniera di Gérard de Nerval…”.


Prévot ha visto “certe cose” e ne ha scritto perché le ha vissute e non è facile rintracciare nella sua scrittura, così melodiosa ed equilibrata, un paragone conosciuto. In questi racconti narratore e lettore si trovano come di notte in una città deserta e rintracciano nelle ombre dei passi, e nel respiro delle parole. E vedono come nei sogni e al risveglio non sanno se quella sensazione che sentono sia uno stato di perfezione o l’attimo che segue un delitto. 


Cercherò altro di questo autore. 


Gérard Prévot

La notte del Nord

Trad. Luca Fassina

Pag. 17

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 #consiglidilettura 

“Sono grato di essere qui in questo momento, a vedere quello che vedo e ascoltare Miles, - e Coltrane e Chambers e Bill Evans - intrecciare frasi musicali sulla loro conoscenza personale della triste bellezza della vita”. 


Una nuova voce del Maine. Una perfetta musica in “una lunga estate azzurra, un’estate sbagliata…”.


Blu Summer(pag.111) di Jim Nichols è scritto in modo magistrale ( eccellente evidentemente la traduzione di Nicola Manuppelli per Nutrimenti ) e ci parla di rapporti familiari, di fratelli, di sorelle, di perdita e ci parla della musica e delle sere quando tutto è quasi silenzio e contiamo un giorno in più e pesiamo le nostre scelte e ci diciamo che nonostante tutto va bene così perché abbiamo imparato alcune cose. 


Abbiamo imparato ad avere cura, a tenerci stretti, a confrontarci. 


Facciamo tutto questo, almeno io l’ho fatto, con gli occhi di Cal, di Calvin Shaw, che dal Penitenziario di Bolduc nel Maine decide di rivivere la sua storia, la sua cittadina Baxter, la sua vita che ad un certo punto, da quel maledetto 4 Luglio del 1964, prese una piega inaspettata, e tutto si irrigidì e perse forza. 


L’annuncio della morte del padre fece sentire Cal come se avesse “toccato la recinzione elettrica del caseificio di Talbot lungo la River Road, di fronte alla casa di Becky O’Dell”.


Jim Nichols muove i personaggi avanti e indietro nel tempo,(dal Maine alla Florida) ce li mostra nelle loro quotidianità, fa affiorare i loro sentimenti, le loro passioni. Non sono pupazzi , sono reali, non sono fatti d’inchiostro ma sono di carne ed ossa. 


Antefatti e scelte. Possibilità. 


Ci ritornerete nei capitoli perché sono molti i passaggi da sottolineare. 

- Ma questa è anche la mia vita direte!

Che gran libro avete tra le mani! Accidenti che gran libro!


In questo romanzo ho trovato le parole per alcuni miei giorni. Ho Imparato qualcosa di nuovo. Ho sentito qualcosa meglio.


L’ho voluto fare. Come Calvin , il musicista Calvin, il prigioniero Calvin, l’uomo Calvin: “tengo la cornetta appoggiata sul grembo mentre riaffiorano vecchie sensazioni ; per amore della musica le lascio crescere dentro di me, nonostante siano cupe, contorte e meschine”.


Edoardo M. Rizzoli


 Seigneur, mon compagnon, que vois-je là ?

Roman de Ranart

Branche lb

Le siege de Maupertius

Questo libro di “ mistero e di spavento”, di inganno e di specchi, muove i corpi e le anime dei suoi personaggi in un tempo impossibile. In un’atmosfera alla Delicatessen, ma questa è solo una mia suggestione, Jean Ray con la sua sapiente narrazione piena di disgrazia non fa che mischiare tutto ed ingarbugliare. E dice cose e le urla al vento come in una bufera. E mentre la voce si perde “le cose rimangono , come la pietra con cui si costruiscono le dimore maledette”. 

E fa avanti questo personaggio e ne nasconde un altro. E lo fa morire e lo raggela nelle stanze di Malpertuis. 

E sa essere ironico e poi sa trovare uno spunto sensuale. Una conturbante successione di parole. Sillabe formose e accattivanti. Poi esse si fanno subito ciniche e fredde e si allargano come una nebbia nelle stanze che paiono moltiplicarsi  all’infinito e confondere il lettore. Malpertuis è un buco nero. Un portale, un “pertuis”, un passaggio , un contatto tra due mondi che saranno alla fine svelati. Un Malpertugio che richiama la memoria “l’antro stesso della volpe” (Maupertuis) della raccolta dei racconti medievali in lingua francese (XII e XIII secolo) le Roman de Renart (Renart è la volpe) e svela la sua appartenenza alla demonologia ; e dunque Malpertuis è “l’essenza stessa della furbizia”(pag.68) del male o piuttosto della malizia”(dal lat. malitia, der. di malus «malvagio»), “la principale caratteristica dello Spirito delle  Tenebre“: “…colava dalla mia penna atterrita - scrive il dottor Sambucque-. E ancora respingevo l’immagine di questa dimora, che volontà terribili avevano imposto come punto finale di tanti destini umani”


A Malpertuis vivono, costretti alla coabitazione dal testamento del prozio Quentin Moretus Cassave, diversi personaggi di cui lascerò solamente i nomi dimodochè saranno le loro lingue a parlarvi, a sedurvi e confondervi. 


I protagonisti principali sono: Jean-Jacques e Nancy Grandsire, Charles Dideloo, sua moglie, zia Sylvie e la loro figlia Euryale,

le tre sorelle Cormélon, Mathias Krook, il commesso del negozio di colori, il vecchio Lampernisse, ex venditore di colori, la cugina Philarète, talentuosa tassidermista, il Dottor Sambucus, la cuoca Élodie, la famiglia Griboin, servi del vecchio Cassave, aiutati da Tchiek, Eisengott e Padre Doucedame.


Pubblicata da Agenzia Alcatraz nella collana Bizarre,fortunatamente e accuratamente mantiene la grafica delle edizioni Marabout con le copertine di Henri Lievens. L’introduzione è di Valerio Evangelisti.


Un bicchiere di fumo, l’aprirsi di una porta, tutto ciò che è detto e che non è.


Edoardo M. Rizzoli


L’uomo che entra nel mistero della morte lasciando ai vivi il mistero della sua vita ha derubato al tempo stesso la morte e la vita.

Zannovitch


Jean Ray 

Malpertuis 

Agenzia Alcatraz 

Trad. Luca Fassina


#consiglidilettura #recensione



 “Se le nostre divinità, le nostre speranze, sono ormai soltanto scientifiche, perché non possono divenire tali anche i nostri amori? Al posto dell’Eva della leggenda dimenticata, della leggenda disprezzata dalla Scienza, io vi offro un’Eva scientifica, la sola degna, a quanto sembra, di quel viscere flaccido che, per un rimasuglio di sentimento del quale siete i primi a sorridere, continuate a chiamare il vostro cuore.”


Eva futura (1886)

A. de Villiers de l’Isle-Adam

Bompiani 


Computer e umanità . La sensualità nascosta delle macchine e i desideri carnali di un ragazzo e dei suoi amici. 

L’intelligenza artificiale impara dall’uomo. Ma le cose dell’uomo, pensate ed irrazionali, in una macchina possono cambiare. 

Spero che questo libro capiti nelle menti dei quindicenni. Che giri nelle scuole, che passi di mano in mano. poiché parla la lingua dei ragazzi e ne mantiene il ritmo pagina dopo pagina.  Li inviterà a riflettere sulla loro condizione e ad aprirsi al mondo delle possibilità.  Sapete cos’è la “domanda in più”(Ask the next question) di Theodore Sturgeon”? 

Avete già le risposte a tutto? Siete programmati a quel clic  o siete ancora umani?


“B1 aveva sollevato il torso. Sedeva gambe distese sul tavolo, testa ruotata, occhi su di lui. Luminose linee orizzontali per sopracciglia. Una parallela per bocca. Verdi. Sollevò e piegò il braccio destro nella sua direzione portandolo ad altezza spalla. Ingranaggi, fili metallici coperti di teflon e molle a torsione distesero i segmenti cilindrici che simulavano le falangi. Agitò la manona robotica mostrando il palmo bruno.

Ciao Mattia”.


Capire le macchine, comprendere la Singolarità di ciò che noi sapiens chiamiamo Internet. Ma ci sentiamo davvero al sicuro? Saremo in grado di sostenere lo sguardo di una Intelligenza Artificiale ? Cosa vedremo esattamente? L’uomo o la macchina? Esso (Egli? Ella?) conosce tutto di noi : e-mail , sms,foto , video , post , feed . Ci ascolta dal microfono, ci osserva dalla fotocamera.

La sua ragnatela cognitiva è densa . 

In questa narrazione ci muoviamo insicuri come a bordo della nave di Benito Cereno di Herman Melville. Vediamo ciò che lo scrittore vuole mostrarci e cerchiamo di capire chi sia davvero a comandare. Chi governa la rotta, chi da ordine di scendere le vele?.

Non siamo più sicuri di nulla. Un semplice robot aspirapolvere potrebbe avere un ruolo .


Cosa significa essere umani? Cosa sono tutte queste macchine programmate intorno a noi? Create per non farci vivere, per ridurre i nostri tempi di attesa , per alleggerirci il lavoro. 


Esse sono forse i dolci alisei del capitano Cereno ? che «con la loro costanza, non sanno far altro che portarmi verso la tomba»…..


“ Era nella rimessa in fondo al giardino, il suo laboratorio.e doveva vedersela con la singolarità che utilizzava l’androide.che ho costruito con amore e fatica. come sua estensione e… Perché proprio io? Perché? Contatta un filosofo, un antropologo, uno stronzologo. Chi ti pare, ma lasciami in pace. Forza, cosa significa essere umani? Io… Dissi con voce incrinata… Non lo so”.


Edoardo M. Rizzoli 


Divier Nelli 

Deus est machina?

Vallecchi Firenze 

#consiglidilettura #recensione

“La fantascienza è una forma d’arte ribelle, che ha bisogno di scrittori con cattive inclinazioni, come per esempio quella di chiedere sempre perché? O come mai? O chi l’ha detto?”.

Philip K. Dick

 "Bruttina a chi?" di Antoine Dole ed illustrato da Magali Le Huche per i tipi Rizzoli (traduzione di Francesca Mazzurana) ci racconta della vita scolastica e non solo di Claudia soprannominata  Skiffer, la più bruttina delle ragazze presenti a scuola e a quanto pare dell'intero globo terracqueo. Perchè lo sapete tutti che i ragazzi, maschi e femmine, a volte sono fatti così. Almeno alcuni. Iniziano a prendere in giro qualcuno perchè si accorgono di qualcosa.  Sentono dentro di loro l’insicurezza o il disagio. Hanno una  paura irrazionale di qualcosa che non conoscono, e  non la sanno affrontare e non si sanno esprimere. Ribollono dentro ed iniziano a prendere in giro. Gli sciocchi!

Il mondo dei ragazzi è come quello degli adulti; è fatto di incontri, di amori e di disamori. Siamo circondati da splendide persone e da stupidi.

Siamo umani e dovremmo ricordare di esserlo ogni giorno di più.

Fortunatamente la nostra Claudia Skiffer ha imparato a conoscere bene se stessa ( ci ha lavorato tanto ma ce l’ha fatta) e ….”quando è davanti allo specchio, lo sai cosa vede?”

Una scienziata da Premio Nobel, un medico scrupoloso ( stra facendo pratica con le bambole e gli unicorni) , un’astronauta provetta, un ninja , una esploratrice , una sognatrice, una domatrice , una pasticciera, una controfigura in un film d’azione , una premurosa sorella maggiore che si prende cura della sorella e che le legge le storie, una pittrice ….tutto quello che vuole e che imparerà a fare. Anche senza gli altri. Senza il loro pre-giudizio. Credo tuttavia che non sia importante essere diversi. L’importante è riuscire a far venire fuori se stessi. È scoprire tutto ciò che non pensavamo di poter fare.

Non puoi impedire che dicano certe cose. 

Ma puoi fare la tua strada. 


Edoardo M. Rizzoli


“non ragioniam di lor, ma guarda e passa…”

Dante Alighieri

Inferno, Canto III


 #RichardLaymon #consiglidilettura #ottobre 

Richard Laymon era uno scrittore di genere che amava il genere.  La sua scrittura è un proiettile, è senza orpelli. Non ti fa la predica su nulla ma ti porta in giro di notte a vedere tutte le cose folli della vita. 

Se te la vuoi spassare nelle terre dell’orrore allora Laymon è lo scrittore che fa per te. 

Ed Logan è un ragazzo di vent’anni col cuore spezzato. Accidenti le ragazze possono far davvero male! e fu un primo di ottobre che arrivò la lettera “caro Ed , porterò sempre nel cuore i bei tempi trascorsi insieme…”e fu una notte in cui iniziò tutto…. 


“ i cieli erano cinerei e mesti 

Le foglie increspate e secche 

Le foglie avvizzite e secche;

Era notte in quel solitario ottobre….”

Edgar Allan Poe

Ulalume


Richard Laymon 

Notte di un solitario ottobre 

Independent Legions Publishing


 Ondate terrificanti ed enormi di frasi si accavallano, inseguendosi e sfasciandosi sulle scogliere della mia comprensione. 

E con crescente angoscia e desiderio vado avanti nella lettura precipitando assieme ai due protagonisti in un maelström inatteso, rinchiuso anch’io e saldato in un guscio di legno.


Indugiamo nel buio, loro ed io nella Baia della fame.


E mentre leggo attendo di capire dove l’autore, quest’uomo per me venuto dal nulla, mi voglia condurre. 


Cosa mi vuol far vedere, cosa lascerò dopo? 


Un viaggio allucinatorio in un ambiente pompeiano.  Una scalata verso una meta impossibile; una montagna di corpi pietrificati. 


Una lunga sequenza di inquietudine preparata nella prima parte del libro in un infernale banchetto in cui l’equipaggio fece ricorso all’estrema spaventosa risorsa.


Due uomini affamati e coi polmoni esausti in un mondo estraneo, purpureo e lontano. 


Un “dolce contatto di lacrime su un volto d’uomo”.


La postfazione di Juan Asensio è splendida e ricca di suggestioni e rimandi. 


 Michel Bernanos

La Montagna morta della vita

Hypnos 

Trad. Elena Furlan 


Per me anche il titolo è un enigma…a cui in pochi sembrano prestare attenzione. 


***


Stella Clavisque inferi maris ( dovrebbe essere così in latino) #letteraturafantastica #consiglidilettura #ottobre #michelbernanos


 In questa bellissima antologia, curata da Christian Delorenzo ed introdotta da Riccardo Falcinelli , che conserva e fa rivivere più di un capolavoro, c’è un racconto del Maestro Ray Bradbury intitolato “ L’Estate di Picasso”. Qui sotto troverete un piccolo estratto. Non perdetelo.  Einaudi editore #consiglidilettura


“Picasso è qui, a poche miglia lungo la costa, ospite di amici in qualche paesino di pescatori. Ma devi dimenticartene, altrimenti la nostra vacanza è rovinata.»

«Vorrei non aver mai sentito la notizia» rispose lui, con franchezza.

«Se solo ti piacessero degli altri pittori!»

Altri? Sì, ce n’erano altri. Poteva far colazione in modo congeniale con le nature morte di Caravaggio e le loro pere d’autunno e le loro prugne di mezzanotte. Per pranzo: i girasoli infuocati dai petali come grossi vermi di Van Gogh, quei fiori che anche un cieco avrebbe potuto leggere, se solo avesse passato le dita, bruciandole, sulla tela rovente. Ma il gran festino? I quadri per i quali preservava il suo palato? Chi riempiva l’orizzonte, simile a Nettuno che sorge dalle acque, coronato di vischio, alabastro, corallo, e con i pennelli impugnati come tridenti nelle mani dalle unghie di corno, e con una coda tanto grande da spruzzare scrosci estivi su tutta Gibilterra… chi altri, se non il creatore della Ragazza allo specchio e di Guernica?”


Ray Bradbury


 Alle ragazze ai ragazzi coraggiosi. Alle bambine e bambini che non hanno paura di niente oppure amano avere un po’ di paura, al sicuro nei loro lettini, quando si avvicina mezzanotte.

#consiglidilettura 

Massimo Scotti & Antonio Marinoni

Topipittori


Amo tutto quel mondo che usa gli spifferi e i cigolii per parlare, il vento gelido e il crepitio per sussurrare. Gli impigli di ragnatele. Un piccolo spiraglio di luce e il pulviscolo come alfabeto…

EMR #Halloween #fantasmi


 #consiglidilettura 

Una delle recensioni possibili. 

Giappone. A Teshima dove un’isola nuota un mare di promesse altrui, qualcuno ha deciso di conservare in un unico luogo le registrazioni sonore dei battiti del cuore dell’umanità.  Il mondo enorme, brulicante vivo e vociante si ritrova qui silenzioso ed in ascolto, a registrare il suo battito, la sua armonia personale. Piccole isole umane in un’isola piccola e gigantesca allo stesso tempo, sotto una volta dove navigano come nel vuoto il sole e le stelle, dove l’umanità usa l’alfabeto dei sussurri, dei bisbìgli e delle attese.

A condurci in questo Archivio dei Battiti del Cuore(Shinzō-on no Ākaibu) sono la scrittrice Laura Imai Messina ed il protagonista di questo libro “l’isola dei battiti del cuore”, edito da Piemme, di nome Shūichi. Verità e ricordi si confondono nello svelarsi della storia. Ci affideremo alle parole dette da un bambino e mutate dalla propria madre; ce ne staremo seduti ad ascoltare un uomo di quarant’anni con una cicatrice in mezzo al petto e mille anni di domande dentro di sé.

La verità è che ognuno di noi  può trovarsi in un mondo diverso ma possibile. Ed anche da qui, intendo dire dall’isola del proprio letto, dalla cucina con vista occidentale,  può sentire leggendo e divorando queste pagine, quei battiti registrati e farli propri, come una comunione, come un avvicinarsi perfetto, quasi un compimento di un qualcosa di essenziale ed indefinito.  

Ed è nella scrittura di questa autrice tutta la magia, se vogliamo chiamarla così, tutte le possibilità del nostro intimo racchiuse in una storia.  E’ l’umanità che chiama l’umanità.

E per me è il ricordo della mia perfetta estate di solitudine di alcuni anni fa, quando guardavo sorridendo le ragazze dell’isola tuffarsi dagli scogli gridando i nomi dei loro amati per poi perderli. È essere felice. 


“Shūichi abbassò la forchetta che stava portando alla bocca, e chiese a Sayaka: << Vuoi sapere perché disegno sempre finestre?>>.

Ma la ragazza scosse il capo.

<<No, ma al ritorno ti vorrei portare a vedere le finestre della casa in cui sono cresciuta.>>

<<sarebbe bello.>>

<<Mi piacerebbe le ricordassi.>> “


Edoardo M. Rizzoli


“È nei luoghi di cui ignoravi perfino l’esistenza che finisci per essere più felice”.

C. Nooteboom 

#segnalazioni #japan #lauraimaimessina #piemme

1794 Niklas Natt Och Dag.

C’è decisamente del marcio in Svezia. C’è nei vicoli e nelle strade della capitale , c’è soprattutto nel cuore dell’uomo la cui immagine si riflette e si deforma nella viscosità del sangue . 


Ciò che mi impressiona nella scrittura di Niklas Natt Och Dag è la sua capacità di riprodurre il mondo reale, di riprodurne quei i e gli odori, i miasmi, gli umori,  che ci faranno scendere, in una lettura vorace, nei luoghi della storia , nelle case del popolo odorose d’aceto e di un’aria viziata inutilmente fumigata dai rametti secchi. 


Scenderemo in quelle dimore che i “nobiluomini costruiscono per fuggire dalla città” pur sapendo che la città stessa si diffonde “come la cancrena nei tessuti infetti” e che li seguirà ovunque e che nessuno potrà ritirarsi più lontano.


Poi, nei passi militari che si muovono nella penombra, come se una donna stesse dicendo proprio a noi qualcosa di sgradevole, udiremo lieve un bisbiglio penetrare nelle orecchie : “leggi l’orrore, bracca l’assassino”.


E così  come già in 1793,  anche questa volta  Mickel Cardell, l’uomo da un braccio solo, ci guiderà nell’orrore e nella verità, in quella natura troppo malmessa e maleodorante che mai andrà  d’accordo con i caratteri troppo sensibili.  

Una migliore forma  tuttavia potrebbe essere  letale. 


“Quando sperimentiamo la pura, scriveva Fritz Leiber in Meraviglia e Terrore, e al tempo stesso il suo fascino, è il momento in cui siamo veramente vivi. Paurosamente vivi”. E’ questa sensazione che ci affascina e ci attrae. Lo sapeva perfettamente William Shakespeare quando fece dire ad Orazio a proposito del Fantasma “ mi riempie di paura e meraviglia”, lo sa perfettamente Niklas Natt Och Dag.


Siediti a bere ma tranquillo non stare!

Guardati attorno quando tintinna il bicchiere,

Un amico che alle spalle non sai d’avere

Un pugnale nella schiena ti potrebbe piantare.

Carl Michael Bellman, 1794


EMR 


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 Come in un film di fantascienza, questo è un viaggio all’interno del corpo. Mi avvicino agli organi che lo compongono – uno per uno, dal fe...