#consiglidilettura
“Sono grato di essere qui in questo momento, a vedere quello che vedo e ascoltare Miles, - e Coltrane e Chambers e Bill Evans - intrecciare frasi musicali sulla loro conoscenza personale della triste bellezza della vita”.
Una nuova voce del Maine. Una perfetta musica in “una lunga estate azzurra, un’estate sbagliata…”.
Blu Summer(pag.111) di Jim Nichols è scritto in modo magistrale ( eccellente evidentemente la traduzione di Nicola Manuppelli per Nutrimenti ) e ci parla di rapporti familiari, di fratelli, di sorelle, di perdita e ci parla della musica e delle sere quando tutto è quasi silenzio e contiamo un giorno in più e pesiamo le nostre scelte e ci diciamo che nonostante tutto va bene così perché abbiamo imparato alcune cose.
Abbiamo imparato ad avere cura, a tenerci stretti, a confrontarci.
Facciamo tutto questo, almeno io l’ho fatto, con gli occhi di Cal, di Calvin Shaw, che dal Penitenziario di Bolduc nel Maine decide di rivivere la sua storia, la sua cittadina Baxter, la sua vita che ad un certo punto, da quel maledetto 4 Luglio del 1964, prese una piega inaspettata, e tutto si irrigidì e perse forza.
L’annuncio della morte del padre fece sentire Cal come se avesse “toccato la recinzione elettrica del caseificio di Talbot lungo la River Road, di fronte alla casa di Becky O’Dell”.
Jim Nichols muove i personaggi avanti e indietro nel tempo,(dal Maine alla Florida) ce li mostra nelle loro quotidianità, fa affiorare i loro sentimenti, le loro passioni. Non sono pupazzi , sono reali, non sono fatti d’inchiostro ma sono di carne ed ossa.
Antefatti e scelte. Possibilità.
Ci ritornerete nei capitoli perché sono molti i passaggi da sottolineare.
- Ma questa è anche la mia vita direte!
Che gran libro avete tra le mani! Accidenti che gran libro!
In questo romanzo ho trovato le parole per alcuni miei giorni. Ho Imparato qualcosa di nuovo. Ho sentito qualcosa meglio.
L’ho voluto fare. Come Calvin , il musicista Calvin, il prigioniero Calvin, l’uomo Calvin: “tengo la cornetta appoggiata sul grembo mentre riaffiorano vecchie sensazioni ; per amore della musica le lascio crescere dentro di me, nonostante siano cupe, contorte e meschine”.
Edoardo M. Rizzoli
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