“Vivi per gli altri. E’ il mio motto”.
Rospo
#consiglidilettura Dev’esser stato un polline trasportato dal vento impetuoso, o una pioggia battente o l’allagarsi e il penetrare della più bianca delle nebbie nelle case riscaldate dal fuoco di un camino a far sì che in quegli anni ed a poca distanza nascessero sull’isola oltre la Manica, scrittori e scrittrici di così grande prodigio e talento (Robert Louis Stevenson 1850, Kenneth Grahame 1859, James Matthew Barrie 1860 Helen Beatrix Potter 1866…) e che le loro storie, a volte ideate come edificanti racconti della buonanotte, divenissero col tempo dei classici, ed i loro personaggi dei simpatici, imprevedibili e scorbutici compagni di viaggio.
Una metà delle parole di questo libro, Il vento tra i salici (The Wind in the Willows,1908) Kenneth Grahame, illustrato da Thibault Prugne e tradotto da Stefania Di Mella* per Rizzoli nella collana diretta da Benjamin Lacombe, sono ricadute sul dorso della mia mano , l’altra, nella calma agitazione delle dita, le ho fatte correre più veloci del solito e lasciato che si posassero come dei sussurri sulla superficie di un laghetto nella stanza dei miei piccoli di casa per poi dissolversi.
E le sensazioni di questa lettura, ieri come oggi, sono come fiumi pieni di barche, come il verde vellutato di centinaia di ninfee e l’ondeggiare dei vecchi salici, e sono accenti spontanei e fragili come ragni d'acqua, come il nuoto delle anatre selvatiche o le uova di rana, o i sogni dei bambini che non affondano mai.
I personaggi principali del libro, e sono anche i loro nomi propri, sono una Talpa, un Topo d’acqua (ovvero un’arvicola), un Tasso ed un Rospo e la loro eccentricità, che si fa strada nel placido mondo della campagna inglese dove tutti sembrano sognare più che vivere , è anche la nostra , ed i loro desideri, le loro fughe, la loro curiosità è ciò che ci fa fare innumerevoli passi e poi centinaia di domande.
“Non esiste una sola pagina in tutto il libro- afferma lo scrittore Mark Haddon - che non contenga qualche difetto di logica. Come è noto, gli animali sembrano ingigantirsi e rimpicciolirsi di capitolo in capitolo. Il Rospo è abbastanza piccolo da poter stare comodamente nel covo di Topo, ma sufficientemente grosso per prendere in prestito i vestiti di una lavandaia.”
Talvolta dunque essi saranno degli animali altre volte saranno esseri umani travestiti da animali. Ma tutte queste incongruenze, questi capitomboli di logica, non hanno nessun peso nella narrazione. Essi sono avvolti e macinati pagina dopo pagina nelle avventure dei personaggi, nel loro abbracciarsi e sorridersi, nel loro discutere ed incedere. Questo è un libro fondamentale che ci parla dell’amicizia e della lealtà, che ci mette davanti tutte le nostre manchevolezze e quelle dei nostri amici. Un libro che ci invita a credere in noi stessi e nei nostri amici. A saperli scegliere, a riconoscerli immediatamente.
Benché non sia lui ad aprire la scena, l’assoluto protagonista delle storie, è Rospo, questo socievole, ridanciano, spericolato briccone, perennemente incapace ma che sa attrarre e coinvolge tutti nel suo turbinare.
Egli vuole sempre qualcosa, andare oltre, e i suoi amici benché lo rimproverino lo accettano, lo accolgono e lo proteggono : “Quando… Rospo concluse il suo racconto, ci fu silenzio per un istante poi dopo disse: “rospo, senti, non voglio tormentarti dopo tutto quello che hai passato, ma, sul serio, non vedi come ti sei ridotto non vedi che somaro matricolato sei stato? (…) sei stato messo in manette, in prigione, a pane acqua, in seguito, spaventato a morte, insultato, sbeffeggiato e ignominiosamente scaraventato in acqua, e da una donna, poi! Che cosa c’è di divertente in tutto questo! Che cosa ti elettrizza? E tutto perché dovevi rubare un’autovettura”.
Ma nella sua gioviale mancanza di buon senso Rospo accetta tutte le critiche, ama i suoi amici e maggiormente ama divertirsi con loro accanto . Cos’è che ci affascina davvero in queste storie?
La gioia di vivere. L’esplodere di quei momenti pieni di grazia che tutti noi abbiamo conosciuto e che ancora conosceremo. La resa di questo libro migliora di anno in anno. Più si cresce più se ne comprende la profondità, l’intelligenza , la tumultuosa ragionevolezza. E’ fatto di un’infinità di cose fragili ed essenziali. E’ fatto di noi, della nostra umanità, di cose di cui parleremo ed avremo cura.
“A volte, nelle lunghe serate estive, gli amici facevano tutti insieme una passeggiata nel Bosco Selvaggio, diventato ormai per loro un luogo docile e mansueto; e che piacere provavano nel vedersi salutare rispettosamente dai suoi abitanti, con le mamme donnole che trascinavano i loro cuccioli sulle bocche delle tane e li indicavano, dicendo: <<guarda, piccolo! Sta arrivando il valente signor Rospo! E quello accanto a lui è il prode Topo d’acqua, un lottatore eccezionale! E più in là c’è il signor Talpa, di cui hai sentito parlare tante volte da tuo padre!>>. Ma quando i piccoli facevano i capricci e non ne volevano sapere di obbedire, le mamme li riportavano all’ordine dicendo che se non si fossero calmati, il terribile Tasso grigio sarebbe andato a prenderli. Era una volgare calunnia, perché, sebbene non sopportasse la società, Tasso amava molto i bambini; ciononostante non c’era volta che la minaccia mancasse di fare il suo effetto”.
Edoardo M. Rizzoli
“Growing up, I loved The Wind in the Willows. And then I rediscovered it as an adult, reading it to my own children. And discovered that it was just as deep and smart and peculiar a book as it had been when I was a child. If anything it had got better and deeper. As a kid, I think I identified with Mole, coming out into a new world, getting tangled up with Toad, getting tangled up with Rat, going on all these strange adventures. And then I think, probably in my twenties, I identified with Toad. Because I was bumptious and certain the world would take care of me, and willing to go out there and have mad adventures and have my friends pick up the pieces.”
Neil Gaiman
* La traduzione con cui sono cresciuto è quella ormai decennale di Beppe Fenoglio, la quale rimane nella mia memoria e nei miei studi poiché essa è come un forziere o un mappa di vecchie cose. Si trovano parole strane e desuete eppure affascinanti e calde della nostra Lingua.
Questa nuova traduzione per me è splendida perché rende la narrazione più armoniosa, più “facile”. Fa gustare appieno le storie e le fa rileggere. #albiillustrati #rizzoli #ilventotraisalici #KennethGrahame #thibaultprugne #racconti #benjaminlacombe #capolavoro
Nessun commento:
Posta un commento