“Come Gork'ij aveva capito perfettamente - scrive Fabio Camilletti nell’ introduzione a il Sogno della Regina in Rosso ( Abeditore Editore) era stata la pellicola cinematografica, catturando e preservando per sempre la memoria di risate, riflessi di luce, giochi di nubi e passi sul selciato, a rendere concepibile l'idea di un passato che sopravvive come immagine in movimento - persone, paesaggi, architetture scomparse, condannate a ripetere in silenzio e per l'eternità la loro fantasmagoria.”
Voglio qui sottolineare che questa idea e la materia trattata in questa introduzione ha anche un suo rimando con un passaggio che porto con me da anni di Vittorio Messori riguardo la Sala degli Specchi di Versailles e alla possibilità di captare le immagini del passato e imbrigliarle in uno schermo.
In molti hanno pensato che dovesse essere l’uomo con il suo corpo e la sua pazienza a poter viaggiare nel tempo e non il suo sguardo. Eppure da qualche parte uomini di scienza studiano il modo di ricatturare le immagini che si sono riflesse negli specchi e che da secoli navigano un viaggio eterno verso l’infinito accanto all’uomo e al vuoto.
E nella notte quando tutto cade nel silenzio, questi scienziati, questi pensatori e sognatori, cercano il modo di seguire almeno una di quelle scie di frequenze “armoniche” nel tessuto spazio-temporale.
Essi immaginano di seguire come la bava di una lumaca il passato e stendere quelle immagini davanti agli occhi di tutti.
Così anche oggi in quelle stanze di Versailles piene di specchi che videro più di un mondo prosperare e svanire, un sognatore di stranezze è in attesa di veder passare una serva, di ascoltare un confidenza peccaminosa o un volto aggraziato alla luce di una candela da due libbre di cera rossa.
Scrive Jourdain: "il paesaggio tutto - cielo, alberi, edifici - parve essere attraversato da un lieve tremolio, come il movimento di una scenografia o di una quinta teatrale".
Una ricaptazione , una risintonizzazione dunque.
Al Palazzo delle Tuileries, uno scienziato,sogna di ascoltare un sussurro e rivedere lo sguardo di un ufficiale posarsi come un rapace sulle regalie della corona che fu, accanto al corpo agonizzante di una guardia svizzera. Esattamente come nel dipinto Maurice Realier-Dumas
È possibile dunque che Le due autrice , Moberly e Jourdain, abbiano captato, non so come e non so perché, ma scientificamente sarebbe possibile , delle immagini del passato.
Per la ricchezza e la compiutezza dei rimandi storici e letterari, l’introduzione del professore Fabio Camilletti affascinerà il lettore più attento più del dovuto. È in questa eccedenza che trascorrerà i suoi giorni , restandone completamente ammaliato e turbato come lo furono le autrice difronte alla bellezza selvaggia del Trianon.
Nonostante tutto le verità del mondo si riveleranno comunque. Basterà attendere.
Edoardo M. Rizzoli
#consiglidilettura