Come in un film di fantascienza, questo è un viaggio all’interno del corpo. Mi avvicino agli organi che lo compongono – uno per uno, dal fegato al cervello, dagli occhi al cuore – per raccontarli con le voci della medicina e dell’arte. Un modo, piú distaccato, per riviverli con le forme che mi sono rimaste nello sguardo e i pensieri che la mia voce riesce a scrivere. Mentre osserva il corpo dell’altro, Roland Barthes ci ricorda che «“scrutare” vuol dire “frugare”: io frugo il corpo dell’altro, come se volessi vedere cosa c’è dentro», come se la causa del suo desiderio risiedesse nel mistero fisico della persona amata. «Sono come quei bambini», dice, «che smontano una sveglia per sapere che cos’è il tempo»
Vittorio Lingiardi
Corpo, umano
Einaudi editore
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