Leggerò tutto di questa autrice che scrive divinamente.
«Mi sono mancate così tanto in questi anni, le colline e le montagne. Il sole vi scompariva dietro così improvvisamente, e le nuvole si ingarbugliavano con le loro vette. [...] Muschio di colore marrone scuro cresceva vicino alla fattoria; e una volta ho visto una bambina galleggiarvi sulla superficie. Era morta, ma non avevo paura perché aveva un aspetto così pure mentre galleggiava lassù, con gli occhi aperti e il grembiule blu che si muoveva con delicatezza. Era Flora, una bambina che era dispersa da tre giorni…» (p. 29).
La ragazza che levita
di Barbara Comyns
Safarà
Traduzione di Cristina Pascotto
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