domenica 11 dicembre 2022

 “Come Gork'ij aveva capito perfettamente - scrive Fabio Camilletti nell’ introduzione a il Sogno della Regina in Rosso ( Abeditore Editore) era stata la pellicola cinematografica, catturando e preservando per sempre la memoria di risate, riflessi di luce, giochi di nubi e passi sul selciato, a rendere concepibile l'idea di un passato che sopravvive come immagine in movimento - persone, paesaggi, architetture scomparse, condannate a ripetere in silenzio e per l'eternità la loro fantasmagoria.”


Voglio qui sottolineare che questa idea e la materia trattata in questa introduzione ha anche un suo rimando con un passaggio che porto con me da anni di Vittorio Messori riguardo la Sala degli Specchi di Versailles e alla possibilità di captare le immagini del passato e imbrigliarle in uno schermo. 


In molti hanno pensato che dovesse essere l’uomo con il suo corpo e la sua pazienza a poter viaggiare nel tempo e non il suo sguardo. Eppure da qualche parte uomini di scienza studiano il modo di ricatturare le immagini che si sono riflesse negli specchi e che da secoli  navigano un viaggio eterno verso l’infinito accanto all’uomo e al vuoto.


E nella notte quando tutto cade nel silenzio, questi scienziati, questi pensatori e sognatori, cercano il modo di seguire almeno una di quelle scie di frequenze “armoniche” nel tessuto spazio-temporale.

Essi immaginano di seguire come la bava di una lumaca il passato e stendere quelle immagini davanti agli occhi di tutti. 

Così anche oggi in quelle stanze di Versailles piene di specchi che videro più di un mondo prosperare e svanire,  un sognatore di stranezze è in attesa di veder passare una serva, di ascoltare un confidenza peccaminosa o un volto aggraziato alla luce di una candela da due libbre di cera rossa.



Scrive Jourdain: "il paesaggio tutto - cielo, alberi, edifici - parve essere attraversato da un lieve tremolio, come il movimento di una scenografia o di una quinta teatrale".

Una ricaptazione , una risintonizzazione dunque. 


Al Palazzo delle Tuileries, uno scienziato,sogna di ascoltare un sussurro e rivedere lo sguardo di un ufficiale posarsi come un rapace sulle regalie della corona che fu,  accanto al corpo agonizzante di una guardia svizzera. Esattamente come nel dipinto Maurice Realier-Dumas


È possibile dunque che Le due autrice , Moberly e Jourdain, abbiano captato, non so come e non so perché, ma scientificamente sarebbe possibile , delle immagini del passato.


Per la ricchezza e la compiutezza dei rimandi storici e letterari, l’introduzione del professore Fabio Camilletti affascinerà il lettore più attento più del dovuto. È in questa eccedenza che trascorrerà i suoi giorni , restandone completamente ammaliato e turbato come lo furono le autrice difronte alla bellezza selvaggia del Trianon. 


Nonostante tutto le verità del mondo si riveleranno comunque. Basterà attendere.


Edoardo M. Rizzoli

#consiglidilettura

 Il tempo dell’attesa è un tempo particolare, è come una luce fioca di una candela o quel che resta del fuoco nel camino a tarda sera. 

Il tempo dell’attesa è un tempo di preghiera, è il tempo del dovere e delle promesse, e il soldato Giulio Bandini, partito per il fronte, lo sa perfettamente.  Il tempo dell’attesa sono i baci  che non si possono dare e gli abbracci che abbracciano l’aria.  Tutto è uno scoppio e ci sono grida in trincea, ogni ombra fa paura, ogni assalto, ogni urlo di vittoria, ogni insensatezza, corre nella testa di Giulio e lo eccede e lo conduce nelle strade del suo paese, nel conforto della sua casa, negli occhi vigili di sua moglie Lina e di suo figlio Michele. Anche loro soli, anche loro come in guerra. 

E così Giulio almeno per un giorno, per quel giorno tanto atteso, decide di tornare a casa , di fare la più grande delle sorprese alla sua famiglia. Di scendere come la neve nel candore dei suoi affetti. 



“Sarebbe ripartito presto, perché pensava che fosse giusto compiere il proprio dovere come gli altri soldati. Ma intanto, per quella sera e per il giorno che sarebbe venuto, avrebbe festeggiato il Natale.

Come si deve.

Con la famiglia.”


Buon Natale, Bandini!

Guido Sgardoli 

Ritorno a casa

Illustrazioni Angelo Ruta

Einaudi Ragazzi


#consiglidilettura #natale #famiglia #guerra #ritornoacasa #dovere #speranza #figli #amore

venerdì 2 dicembre 2022

 “- Che cosa sta guardando? - chiese curiosa la scimmia.- Io non sto guardando, sto cercando. Scrutando nell’infinità dell’Universo, per essere precisi.- Ha per caso visto le mie scarpe nell’infinità dell’Universo? La lepre sogghignò - Dubito siano quassù.La lepre disse quassù come se anche lei fosse lontana come le stelle.

- E che cosa cerca? - chiese la scimmia.

- Una nuova casa, un nuovo inizio, un nuovo pianeta.” 



Ci sono così tante cose attorno a noi, alcune a cui diamo un valore, altre che non contano assolutamente nulla, eppure ci sono e stanno lì. Alcune anche utili. “Ci sono così tante cose fragili dopotutto” scriveva Neil Gaiman, e come le persone si spezzano, così come i sogni o i cuori a volte . Poi ci sono quelle a cui non sappiamo rinunciare e quando le perdiamo ci sentiamo completamente disorientati. Ed è proprio di questo che parla “L’importanza delle cose” scritto ed illustrato da Lucia Carlini per Kite Edizioni. Qui una scimmia non trova più le sue scarpe e si mette in cammino e parla con tutti e sembra non rendersi conto dell’assurdità della cosa: una scimmia con le scarpe.  Non dovremmo mai pensare che il nostro tempo abbia il peso di un oggetto. Abbiamo il dovere di scuoterci, di progettare, riempire la stanza in cui siamo di sogni, di libri, di vita. Un’esplosione di vita tra le cose che ci servono e che lasciamo andare.

E’ una danza delle fate in un mondo reale in cui molti non sanno che farsene.

Umani , essere umani. Ricordarcelo significa non perdersi.


Edoardo M. Rizzoli

Kite Edizioni

#consiglidilettura #albiillustrati #kiteedizioni #letteraturaperragazzi 

giovedì 1 dicembre 2022

 È la vigilia di Natale, la piccola Marie e Fritz, il suo fratellino di sette anni, attendono con ansia di poter scartare i  regali. Fin dal primo mattino fruscii, colpetti , bisbigli e rumori metallici hanno perturbato la tranquillità delle stanze e smosso i desideri di quei due piccoli nella casa del loro padre, l’Ufficiale Sanitario dottor Stahlbaum. Ad attenderli , in un perfetto incarto ci sono una bambola ed un vestitino nuovo per Marie, ed un battaglione di ussari di piombo per Fritz. E poi c’è uno “splendido omino di legno” dal busto lungo e massiccio con indosso “una bella giacca da ussaro di un viola brillante con alamari e bottoncini bianchi, pantaloni della stessa foggia” ed un paio di stivali da ufficiale!

La favola ha bisogno di ricchezza ed ecco che Iacopo Bruno posa su questi personaggi tutta la maestria del suo tratto e soffia la vitalità del colore, ed anima anche quel dono insolito, quello Schiaccianoci, che il Consigliere dell’Alta Corte di Giustizia Dhrosselmeier, padrino dei ragazzi, artista, uomo appassionato di pendole ed orologi, ha voluto regalargli. 

Quello Schiaccianoci conquisterà su tutti Marie, e poi Fritz e Louise, la sorella più grande.




Tra sogno e realtà, Marie e lo Schiaccianoci si troveranno ad affrontare il malvagio Re di Topi ed il suo esercito di roditori.E tutto prenderà una nuova vita in quella casa che non è più una casa ma un campo di battaglia e di sogni inarrestabili, di sorrisi e di paure,  in quel salotto dove il tepore e la tranquillità hanno ceduto il passo al fracasso, allo sconquasso, al Bang! al Zing!al  Pum! al Badabum Bum! allo Sdeng ed al Baam!


E poi, per chi vorrà accompagnare Marie e lo Schiaccianoci ci sarà da vedere

un mondo incantato, il Bosco delle Confetture a Confettiburgo ed il Castello di Marzapane dopo avere attraversato il Lago di Rose in una nuvola d’astuzia al passo di un’avvincente musica turca. 


“Pare anche che Marie sia ancora la regina di un piccolo regno felice in cui lo sguardo può posarsi sulle cose più belle di questo e altri mondi, dai luccicanti boschi natalizi ai magnifici castelli di marzapane.

A patto, ovviamente, che si abbiano occhi capaci di vederle.”

 

E come sempre nei concitati giorni che precedono il Natale dove una strana smania penosamente ci oltrepassa e ci eccede ,vi invito a tornare alla lettura di un classico come Lo Schiaccianoci e il Re di Topi, così ben congegnato, così sapientemente illustrato, che ci ricorderà come ogni volta, che il regalo inatteso è quello più carico di magia. 


Questa storia è un sogno, una caduta vertiginosa in un luogo della fantasia,in un giorno speciale per quanto è lungo il sempre. 

Buon Natale!


Edoardo M. Rizzoli


 Come in un film di fantascienza, questo è un viaggio all’interno del corpo. Mi avvicino agli organi che lo compongono – uno per uno, dal fe...