giovedì 28 novembre 2024


 Come in un film di fantascienza, questo è un viaggio all’interno del corpo. Mi avvicino agli organi che lo compongono – uno per uno, dal fegato al cervello, dagli occhi al cuore – per raccontarli con le voci della medicina e dell’arte. Un modo, piú distaccato, per riviverli con le forme che mi sono rimaste nello sguardo e i pensieri che la mia voce riesce a scrivere. Mentre osserva il corpo dell’altro, Roland Barthes ci ricorda che «“scrutare” vuol dire “frugare”: io frugo il corpo dell’altro, come se volessi vedere cosa c’è dentro», come se la causa del suo desiderio risiedesse nel mistero fisico della persona amata. «Sono come quei bambini», dice, «che smontano una sveglia per sapere che cos’è il tempo»


Vittorio Lingiardi

Corpo, umano

Einaudi editore

#restateumanileggete #consiglidilettura #libridaleggere #einaudieditore


 Leggerò tutto di questa autrice che scrive divinamente. 


«Mi sono mancate così tanto in questi anni, le colline e le montagne. Il sole vi scompariva dietro così improvvisamente, e le nuvole si ingarbugliavano con le loro vette. [...] Muschio di colore marrone scuro cresceva vicino alla fattoria; e una volta ho visto una bambina galleggiarvi sulla superficie. Era morta, ma non avevo paura perché aveva un aspetto così pure mentre galleggiava lassù, con gli occhi aperti e il grembiule blu che si muoveva con delicatezza. Era Flora, una bambina che era dispersa da tre giorni…» (p. 29). 


La ragazza che levita

di Barbara Comyns

Safarà

Traduzione di Cristina Pascotto


 Se volete sapere come finisce questa storia compratevi il libro. #consiglidilettura #restateumanileggete


“Nessuno dovrebbe essere solo a questo mondo. Tutti dovrebbero avere qualcuno che ti resta fedele, a ogni costo e per sempre.

«Proprio quella notte» proseguì Frank, «il capo telefona a Mike e gli chiede di sostituire il collega di turno al ponte ferroviario mobile. Era un lunedì notte, metà gennaio, un freddo cane. Janice era a una riunione dell’associazione genitori-insegnanti quando le arrivò la telefonata, ragion per cui Mike non poté fare altro che portare Benny con sé. Era contro il regolamento, a volere essere pignoli, ma Mike ci teneva a fare gli straordinari e già in passato gli era capitato di fare uno strappo alla regola. Nessuno aveva mai detto niente. Benny si comportava sempre bene, ed era una buona occasione per stare insieme e fare comunella. Avrebbero chiacchierato e scherzato, avrebbero abbrustolito qualche salsicciotto, poi Mike avrebbe messo Benny a dormire, nel sacco a pelo sul materassino gonfiabile. Un’avventura già collaudata.

 «Era una notte freddissima, come ho detto. Nella stazione c’era una stufa, ma non funzionava. Il collega che Mike aveva rilevato aveva su la giacca a vento e i guanti. Mike lo aveva preso in giro per come era imbacuccato, ma ben presto anche lui e Benny si rinfilarono cappelli e guanti. Mike preparò una cioccolata calda, e si misero a giocare a gin rummy, o almeno ci provarono, non è molto facile con i guanti. Ma loro non pensavano a vincere o a perdere. Bastava già solo essere lì, padre e figlio, soli soletti, col vento gelido che soffiava contro le finestre. Padre e figlio insieme: cosa c’è di più bello di questo? Poi Mike dovette alzare il ponte per fare passare un paio di navi, e la situazione si fece complicata perché una delle due imbarcazioni si avvicinò troppo alla banchina e rischiò di incagliarsi. Il capitano della nave dovette tornare al centro del fiume a marcia indietro e tentare di nuovo il passaggio. La cosa andò per le lunghe e quando finalmente anche la seconda nave fu passata, Mike era in ritardo sulla tabella di marcia e doveva sbrigarsi ad abbassare il ponte perché era in arrivo il treno espresso da Portland. E solo in quel momento si accorse che Benny non c’era più.»Frank si fermò accanto alla finestra e guardò fuori con l’aria di chi però non vede niente. Sembrava piuttosto riflettere sull’opportunità di proseguire o no il racconto. Ma poi si staccò dalla finestra e ricominciò a parlare, e Frances capì che anche quel breve attimo di incertezza faceva parte del sermone.«Mike chiama il figlio per nome. Niente. Lo chiama di nuovo, con quanto fiato ha nei polmoni. Bisogna capire la posizione in cui si trova Mike. Deve abbassare il ponte per fare passare il treno e il tempo stringe. Non sa dove sia Benny, ma può supporlo. Benny è proprio dove non dovrebbe essere. Giù di sotto, nella sala motori. «La sala motori. Il mulino, come l’hanno soprannominata Mike e gli altri addetti ai lavori. Non è difficile immaginare quale potenza occorra per alzare e abbassare un ponte ferroviario, e oltre al motore in sé, tutti gli argani necessari e le leve, le pulegge, gli assali, le ruote e via dicendo…..”


Proprio quella notte

Tobias Wolff

Racconti edizioni


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Fanatic Magazine


 22/11/‘63 22/11/‘24 


“«E quando non scrive, cosa le piace leggere, signor Amberson?» chiese Mimi.

«Oh, leggo un po' di tutto.»

«Ha letto Il giovane Holden?»

Oh-oh, pensai.

«Sì, signora.»

Sembrava impaziente di sentire la mia opinione. «Oh, mi chiami pure Mimi. Persino i ragazzi mi chiamano Mimi, anche se insisto che ci mettano davanti 'Miss', giusto per mantenere un po di forma. Cosa ne pensa del cri de coeur di Salinger?»

Mentire o dire la verità? Non c'era nemmeno da chiederselo: quella donna avrebbe riconosciuto una bugia con la stessa chiarezza con cui io avevo letto lo slogan IMPEACHMENT PER EARL WARREN!

«Penso che dica molto su quanto sono stati mediocri gli anni Cinquanta, e su quanto potranno essere belli i Sessanta, se gli Holden Caulfield di tutta l'America non perdono la loro indignazione. E il loro coraggio.»

«Uhm. Uhm.» Infilzava il pesce, ma non ne mangiava nemmeno un boccone. Non c'era da sorprendersi che fosse così magra. Uno avrebbe potuto attaccarle un filo alla schiena e farla volare come un aquilone. «Lei crede che quel libro dovrebbe stare nella nostra biblioteca?»

Sospirai, pensando a quanto mi sarebbe piaciuto vivere e insegnare part-time nella cittadina di Jodie, Texas. «Per dirla tutta, signora... Mimi... Io penso di sì. Anche se credo che bidreteariestato solo ad alcuni studenti, a discrezione della «Della bibliotecaria? Non dei genitori?»

«No, signora. Lungo quella china, non si sa dove si va a finire.»”


Stephen King

22/11/‘63

Sperling & Kupfer

Trad. Wu Ming 1

Il Grande Libro delle storie di Natale


 Entra a far parte della collezione di Casa Rizzoli 


“Perché la vita è più vita se raccontata, e ogni fiaba ne è l'emblema, ogni racconto la trasparente sciarada. Come in certi apologhi riferiti agli albori della composita civiltà dell'Occidente moderno, approfittiamo ancora di questa periodica, ideale pausa di serenità concessaci dal fluire inarrestabile del tempo per votarla a una necessaria e benedetta tregua d'armi:


Appendiamo sopra le nostre teste, per così dire, gli scudi e le asce da battaglia che fra non molto dovremo brandire per combattere contro i giganti della neve e della bufera. Ogni agio interno deve insistere sul disagio esterno. L'uomo sceglie di far coincidere il momento in cui più desidera rallegrarsi proprio con il periodo in cui l'intero universo materiale gli appare più fosco.1”


1: G.k. Chesterton 


Il grande Libro delle storie di Natale

A cura di Massimo Scorsone e Silvia Valisone

Oscar Mondadori Vault


#restateumanileggete #consiglidilettura #libridaleggere #natale

 Come in un film di fantascienza, questo è un viaggio all’interno del corpo. Mi avvicino agli organi che lo compongono – uno per uno, dal fe...