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“Nessuno dovrebbe essere solo a questo mondo. Tutti dovrebbero avere qualcuno che ti resta fedele, a ogni costo e per sempre.
«Proprio quella notte» proseguì Frank, «il capo telefona a Mike e gli chiede di sostituire il collega di turno al ponte ferroviario mobile. Era un lunedì notte, metà gennaio, un freddo cane. Janice era a una riunione dell’associazione genitori-insegnanti quando le arrivò la telefonata, ragion per cui Mike non poté fare altro che portare Benny con sé. Era contro il regolamento, a volere essere pignoli, ma Mike ci teneva a fare gli straordinari e già in passato gli era capitato di fare uno strappo alla regola. Nessuno aveva mai detto niente. Benny si comportava sempre bene, ed era una buona occasione per stare insieme e fare comunella. Avrebbero chiacchierato e scherzato, avrebbero abbrustolito qualche salsicciotto, poi Mike avrebbe messo Benny a dormire, nel sacco a pelo sul materassino gonfiabile. Un’avventura già collaudata.
«Era una notte freddissima, come ho detto. Nella stazione c’era una stufa, ma non funzionava. Il collega che Mike aveva rilevato aveva su la giacca a vento e i guanti. Mike lo aveva preso in giro per come era imbacuccato, ma ben presto anche lui e Benny si rinfilarono cappelli e guanti. Mike preparò una cioccolata calda, e si misero a giocare a gin rummy, o almeno ci provarono, non è molto facile con i guanti. Ma loro non pensavano a vincere o a perdere. Bastava già solo essere lì, padre e figlio, soli soletti, col vento gelido che soffiava contro le finestre. Padre e figlio insieme: cosa c’è di più bello di questo? Poi Mike dovette alzare il ponte per fare passare un paio di navi, e la situazione si fece complicata perché una delle due imbarcazioni si avvicinò troppo alla banchina e rischiò di incagliarsi. Il capitano della nave dovette tornare al centro del fiume a marcia indietro e tentare di nuovo il passaggio. La cosa andò per le lunghe e quando finalmente anche la seconda nave fu passata, Mike era in ritardo sulla tabella di marcia e doveva sbrigarsi ad abbassare il ponte perché era in arrivo il treno espresso da Portland. E solo in quel momento si accorse che Benny non c’era più.»Frank si fermò accanto alla finestra e guardò fuori con l’aria di chi però non vede niente. Sembrava piuttosto riflettere sull’opportunità di proseguire o no il racconto. Ma poi si staccò dalla finestra e ricominciò a parlare, e Frances capì che anche quel breve attimo di incertezza faceva parte del sermone.«Mike chiama il figlio per nome. Niente. Lo chiama di nuovo, con quanto fiato ha nei polmoni. Bisogna capire la posizione in cui si trova Mike. Deve abbassare il ponte per fare passare il treno e il tempo stringe. Non sa dove sia Benny, ma può supporlo. Benny è proprio dove non dovrebbe essere. Giù di sotto, nella sala motori. «La sala motori. Il mulino, come l’hanno soprannominata Mike e gli altri addetti ai lavori. Non è difficile immaginare quale potenza occorra per alzare e abbassare un ponte ferroviario, e oltre al motore in sé, tutti gli argani necessari e le leve, le pulegge, gli assali, le ruote e via dicendo…..”
Proprio quella notte
Tobias Wolff
Racconti edizioni
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Fanatic Magazine